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Il “bio” secondo Pizzolato

Sostenibilità vuol dire condivisione, soprattutto verso il territorio e i propri cittadini. E per far questo la comunicazione riveste un aspetto fondamentale. Si è concluso con questo messaggio ieri il mese della sostenibilità della Cantina Pizzolato di Villorba, con un convegno pubblico in cui è stato presentato il Bilancio sociale 2022. Un momento appunto di condivisione e di comunicazione, che ha come protagonista una realtà consolidata del vino bio, una delle prime in Italia ad aver scelto la conduzione biologica, certificata nel 1991, ed oggi punto fermo del settore e già all’avanguardia nelle sperimentazioni sostenibili in vigna, come la produzione di una linea di vini Piwi, la nuova frontiera di vini da vitigni resistenti lanciata già dal 2019. Quasi 9 milioni di bottiglie vendute per oltre 23 milioni di euro di fatturato nel 2022, oltre 290 ettari di vigneti coltivati di cui 85 di proprietà, cui di recente si è aggiunto l’acquisto di una nuova tenuta in Colle Val d’Elsa in Toscana per la produzione di Chianti e olio biologici. Questi i numeri, dietro i quali però c’è soprattutto la forza di uno staff affiatato, guidato dall’esuberante Settimo Pizzolato, titolare e vero deus ex-machina dietro il successo dell’azienda: “Ho sempre pranzato, ogni giorno degli ultimi 25 anni, insieme al mio enologo Walter, che considero ormai come un fratello” dice, un piccolo episodio, che racconta dell’atmosfera familiare che si vive in azienda.

Settimo Pizzolato

“Il rispetto nella natura e nell’ambiente – continua Settimo – lo ho sempre avuto nel Dna. Già nel 1981, affiancavo mio padre Gino cominciando a sperimentare metodi alternativi alla chimica come la lotta integrata e guidata, Ma nello stesso tempo ho avuto ben presente anche l’aspetto economico di un’azienda. Ho sempre creduto nel biologico, in 45 anni di lavoro, non solo come scelta di vita ma anche come business. Molte aziende del mondo del vino questo non l’hanno ancora capito. Mi auguro che anche un territorio importante come quello del Conegliano Valdobbiadene oggi Patrimonio UNESCO, capisca che si può coltivare senza l’uso della chimica continuando a produrre utili”.

Ed uno degli asset che ha portato al successo la Cantina Pizzolato è stato proprio quello di investire fortemente nell’estero, tanto che oggi le vendite toccano ben il 93%, come ha spiegato l’export manager della cantina Sabrina Rodelli: “All’estero c’è sicuramente una diversa sensibilità verso la sostenibilità. Specie nei paesi nordici che sono davvero all’avanguardia su questo. In Finlandia, ad esempio, sono accettate come partner solo aziende che garantiscano l’abbassamento delle emissioni del 50% entro il 2030”.

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Paolo Colombo

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